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ESTETICA ED ELEGANZA


SOGGETTO
(alla fine troverai la dispensa da scaricare gratuitamente)
Dostoevskij ci dice che la bellezza salverà il mondo.
Io cercherò di analizzare brevemente la capacità di fare esperienza del bello anche se non voglio salvare il mondo.
Siamo tutti incapaci di saperle trasformare il giudizio sul bello o il brutto in una formula di giudizio universalmente oggettivo, anche se magari siamo capaci di disquisire sulla tecnica. La bellezza dunque non è una qualità delle cose ma esiste soltanto nella mente che le contempla. La bellezza è nella mente e dunque negli occhi di chi guarda. Però possiamo imparare cos’è l’estetica dal punto di vista di alcuni filosofi per fare dei parallelismi con alcuni punti inerenti l’arte gastronomica.
Emanuel Kant scrisse che esiste il bello necessario, ovvero il mio giudizio non vale universalmente ma deve essere espresso in modo tale da essere valido necessariamente. Quando noi vedremo un piatto, avremo la facoltà di giudicare mediante un compiacimento o un dispiacimento secondo la nostra percezione di piacere soggettivo, senza che la disposizione nel piatto del cibo debba avere uno scopo funzionale se non la sua estetica, esprimendo un giudizio perché abbiamo una conoscenza della materia. Per questo ho messo un piccolo libro, liberamente scaricabile sul sito, sull’arte d’impiattare.
Non citerò il filosofo tedesco Hegel perchè non voglio complicare concetti che nell'arte gastronomica sono più basici.
Attraverso la pratica è possibile migliorare le nostre abilità nel giudicare qualcosa di bello o brutto,per esempio frequentando musei, concerti, mostre di arte. Al contrario, se non abbiamo avuto esperienza con i grandi nella storia dell’arte non saremmo mai in grado di giudicarne uno in maniera corretta. Un esperto di arte deve avere abitudine ad osservare l’estetica. Un professionista di cucina non è un esperto di arte ma può trarne giovamento.
Dorfles, critico d'arte e filosofo italiano, definisce l’incessante ondeggiamento dei nostri gusti estetici. Alle arti in costante divenire corrisponde infatti un gusto mutevole, ondivago, oscillante tra facility e novelty.
Nel campo delle gastronomia quanto spesso di fronte a piatti con una loro rappresentazione estetica si sentono delle critiche perché si preferisce la facility di un piatto tradizionale? Quanto spesso vediamo dei piatti con una loro rappresentazione estetica eccesiva? Quanto spesso vediamo delle finte rappresentazioni artistiche che invece sono la peggiore imitazione stilistica, che finiscono col cadere nel kitsch?
Credo che la parola eleganza sia necessaria o per dirla come Kant esiste l’eleganza necessaria.
L'eleganza è un concetto comune nella moda, nell'arte e nella letteratura, ma anche in filosofia e nelle scienze. L'eleganza o grazia è la qualità o l'insieme di qualità di qualcuno o qualcosa che ha insieme queste doti unite alla semplicità, rivelando cura e buongusto senza scadere in un’eccessiva ricercatezza. In una persona mostra buona educazione.
Io darò la mia versione riferendomi a un libro di una scrittrice francese, molto nota, perché l'eleganza è anche mistero. L’eleganza non appare ma piuttosto si cela. .
Farò alcune citazioni di persone considerate eleganti o che hanno avuto a che fare con l’eleganza, cercando di raggrupparle per ragione. Alla fine vedremo che, per esempio, l’eleganza è prima di tutto un atteggiamento interiore e non qualcosa di esteriore. L'eleganza in caso si esteriorizza. Quindi cercherò di mettere insieme molti concetti sull’eleganza in uno solo a riguardo dell’arte gastronomica, ma non solo.
Filosofia e gastronomia s’intersecano ancora una volta. Considerazioni per i giovani professionisti e per coloro che frequentano un accademia di alta cucina, senza tralasciare chi vorrebbe aprire un ristorante. Anche questo è gastrofilosofia, ovvero filosofia della cucina.
Di seguito potete scaricare gratuitamente una dispensa gratuita, salvandola o stampandola.


