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Filosofia della cucina: esplorare l'intersezione tra cibo e pensiero

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SOGGETTO

(alla fine troverai la dispensa da scaricare gratuitamente)

Nel mondo della gastronomia, la filosofia della cucina va oltre il semplice atto di preparare e consumare il cibo. Comprende un ricco arazzo di idee, rituali e influenze storiche che modellano le nostre esperienze culinarie. Dagli albori della cucina alla gastronomia moderna, la filosofia del cibo si è evoluta, dando origine a diverse scuole di pensiero e movimenti culinari.

 

Una notevole rappresentazione del legame tra conoscenza e nutrimento si trova sul frontespizio del primo volume di "Almanach des Gourmands" di Grimond de la Reynière. In questa illustrazione, una biblioteca unica sostituisce i libri tradizionali con una serie di scorte di cibo. Al centro della sala, una tavola imbandita di vivande sostituisce il banco dello studioso, mentre un prosciutto pende dal soffitto al posto di un lampadario. Questa rappresentazione mette in luce la profonda relazione tra leggere e mangiare, e scrivere e cucinare, sottolineando il loro legame inscindibile.

Grimond de la Reynière cita anche alcune combinazioni, ovviamente in francese: avere "appetito" di conoscenza, "sete" di conoscenza o "fame" di informazioni. "Divoriamo" un libro, "masticiamo" un po' una lingua straniera, "digeriamo" con difficoltà alcuni concetti, mentre "assimiliamo" certe idee meglio di altre. Si "beve" una storia, si fanno considerazioni "amare", con battute "acide" o peggio, con allocuzioni "insipide". Ci sono aneddoti "pepati", descrizioni "piccanti" e, vuoi, confronti "gustosi". Così mi è capitato di fare dei parallelismi tra alcune parole e immagini che mi sono venute in mente.

La gastronomia, con le sue intricate ricette e tecniche di cottura, forma un sistema governato da precisi rituali e regole. Varie pratiche culinarie e metodi di cottura spesso si allineano con specifiche scuole di gastronomia. Nel tempo sono emersi manifesti, che ricordano movimenti letterari, filosofici o politici, che dettano regole e rituali. Che si tratti del Manifesto della Nouvelle Cuisine o del Manifesto della cucina molecolare, queste dichiarazioni fungono da mezzi di comunicazione, modellano le pratiche culinarie e interpretano i valori della società durante diversi periodi storici.

Il mondo della filosofia ha anche offerto spunti nel regno della cucina. Ad esempio, certi modi di cucinare si ritrovano nel pensiero di Bauman, sociologo e filosofo polacco, autore di "Modernità liquida" e "Retropatia" che ha esplorato delle tendenze sociali che in qualche modo riguardano anche la cucina. Le idee di Bauman per esempio possono essere trasposte sulla "liquefazione" della gastronomia emersa negli anni '90, caratterizzata dal sovvertimento dei codici culinari tradizionali. La cucina molecolare, ad esempio, sfida le nozioni convenzionali di cucina, creando creazioni transitorie che sfidano i confini della consistenza. Nella cucina molecolare le creazioni diventano subito obsolete, cioè liquefatte. David Munoz del DiverXo di Madrid definisce la sua cucina "cocina liquida" perché rivoluziona, tra l'altro, le modalità di abbinamento, basate sull'armonia tra solido e liquido. Il primo elemento si gusta con le posate, l'altro con una cannuccia. Anche la tendenza culinaria della “cucina fusion”, dove la tradizione dei vari paesi è andata in frantumi, può essere considerata liquida. Insomma, tutte le tipologie di gastronomia in cui mancano punti di riferimento tradizionali perché "tutto si dissolve in una sorta di liquidità".Questi approcci gastronomici fluidi dissolvono i punti di riferimento tradizionali, dando vita a un panorama culinario in continua evoluzione e le reinventano.

In contrasto con la liquefazione della gastronomia, c'è stata una recente rinascita dell'apprezzamento per il passato, che ha portato a una rivalutazione delle pratiche culinarie tradizionali. In questo panorama culinario attuale, locande, trattorie e osterie hanno vissuto una rinascita, mentre ha preso slancio la ricerca di prodotti rurali e naturali, anche biologici. Questo movimento, è la “Retropatia” di cui parla sempre Bauman.

Tra queste tendenze e movimenti culinari emerge un approccio diverso alla gastronomia e alla filosofia, che cerca correlazioni nascoste tra pratiche culinarie e concetti filosofici. Concetti come la psicologia della Gestalt, nota per i suoi principi di forma e percezione,trovano risonanza anche nel mondo culinario e offrono un parallelo convincente. Così come la nostra percezione del mondo non è una mera somma di stimoli sensoriali, la gastronomia riflette l'idea che il tutto è maggiore della somma delle sue parti. Il risultato di una ricetta, come la semplice combinazione di pane, burro e marmellata, trascende i singoli ingredienti, creando un'esperienza armoniosa e trascendente. Così il filosofo Ludwig Wittgenstein afferma giustamente che un sacchetto di uvetta non può essere paragonato all'esperienza superiore di una torta ben cotta che incorpora quell'uvetta.

Inoltre, l'esplorazione delle forme del cibo va oltre la filosofia e abbraccia varie discipline scientifiche. Lo studio matematico delle forme delle uova, ad esempio, evidenzia l'interconnessione tra matematica, biologia e la più ampia comprensione del nostro universo.

Non ho cercato correlazioni con i pensieri e nemmeno con i modi di vivere dettati dai filosofi antichi. Non mi riferisco alla necessità di essere parsimoniosi come Platone che accusa i siracusani di mangiare tre volte al giorno. Platone non amava cucinare. Nel "Gorgia" afferma che la filosofia mira al benessere dell'anima mediato dalla conoscenza, mentre la cucina mira solo al piacere del corpo e procede per tentativi ed errori. Dunque non cito Epicuro, i Pitagorici e il vegetarianismo come stile di vita, o altri fino alle abitudini alimentari di Nietzsche.

Ho quindi coniato il termine gastrofilosofia per cercare connessioni e significati che andassero oltre la mera tecnica, approfondendo le ragioni e le filosofie alla base delle pratiche culinarie. Questa armoniosa integrazione di filosofia, scienza e arti culinarie costituisce il fondamento della gastrofilosofia, un approccio unico alla gastronomia che cerca di scoprire significati nascosti e correlazioni all'interno del regno del cibo e della sua preparazione. La gastrofilosofia ci invita a riflettere sugli aspetti metafisici della cucina, utilizzando metafore e simboli per approfondire la nostra comprensione e l'apprezzamento delle arti culinarie. In conclusione, la filosofia della cucina si intreccia con la storia della gastronomia, l'esplorazione delle scuole culinarie e l'influenza delle idee filosofiche. Ci spinge a riflettere sulle connessioni tra cucina e concetti filosofici più ampi, invitandoci ad affrontare la preparazione e il consumo del cibo come un'esperienza olistica e trasformativa. Attraverso la gastrofilosofia, possiamo svelare la saggezza nascosta e i significati profondi racchiusi nel mondo della gastronomia.

Di seguito potete scaricare liberamente una dispensa a fini didattici che è un esempio di una riflessione su tutto ciò che noi riempiamo o farciamo nel mondo dll'arte culinaria, che essa sia  italiana, francese o americana. La nazionalità non ha importanza. la gastrofilosofia si pone di studiare concetti universali.

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